
Osservazioni del presidente Trump
73a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
Sede delle Nazioni Unite, New
York, New York, NY
Il presidente:
Signora Presidente, signor
Segretario generale, leader mondiali, ambasciatori e illustri delegati:
Un anno fa,
sono stato davanti a voi per la prima volta in questa grande sala. Ho
affrontato le minacce che il nostro mondo deve affrontare e ho presentato una
visione per realizzare un futuro più luminoso per tutta l'umanità.
Oggi sono qua di fronte
all’Assemblea Generale della Nazioni Unite per condividere i progressi straordinari
che abbiamo ottenuto.
In poco meno di due anni, la
mia amministrazione ha ottenuto più di quasi ogni altra amministrazione nella
storia del nostro paese
È vero (risate). Non mi
aspettavo questa reazione, ma va bene. (Risate/applausi)
L’economia americana sta
vivendo un momento di crescita come mai prima d’ora. Dalla mia elezione,
abbiamo aumentato la ricchezza di 10mila miliardi. Il mercato azionario è al
suo massimo storico e le richieste per il sussidio di disoccupazione sono
invece le più basse degli ultimi 50 anni. La disoccupazione afro-americana,
ispanico americana e asiatico-americana è ai minimi storici. Abbiamo aggiunto
circa 4 milioni di nuovi posti di lavoro, incluso mezzo milione nel settore
manifatturiero.
Abbiamo varato la più grande
riforma e il maggior numero di tagli alle tasse della storia americana. Abbiamo
iniziato la costruzione di una grande barriera sul confine e abbiamo
implementato la sicurezza lungo i nostri confini.
Abbiamo assicurato fondi
record alle nostre truppe- 700 miliardi di dollari quest’anno, 716 miliardi il
prossimo anno. Le nostre forze armate saranno potenti come mai prima d’ora.
In altre parole, gli Stati
Uniti sono più forti, più sicuri e in generale una nazione più ricca di quanto
fosse quando ne ho assunto la presidenza due anni fa.
Noi lottiamo
per l’America e per gli americani. E lottiamo anche per il mondo.
Questa è una grande notizia
per i nostri cittadini e per le persone che amano la pace in tutto il mondo.
Crediamo che quando le nazioni rispettano i diritti dei loro confinanti e
difendono gli interessi della loro popolazione, possono lavorare meglio insieme
per essere benedette dà sicurezza, prosperità and pace.
Oggi, ognuno di noi qua
presente è emissario di una cultura diversa, di una storia diversa e di un
popolo legato da vincoli di memoria, tradizioni e valori che rendono speciali
le nostre nazioni come nessun altro posto sulla terra.
È per questo che l’America
preferirà sempre l’indipendenza e la cooperazione internazionale al controllo e
alla dominazione di organismi sovranazionali.
Riconosco il diritto di ogni nazione in questa stanza a tramandare i
propri costumi, credenze e tradizioni. Gli Stati Uniti non vi diranno come
vivere, lavorare o quale religione professare.
Vi chiediamo solo di onorare
la nostra sovranità in cambio.
Da Varsavia a Bruxelles, da
Tokyo a Singapore, è stato per me un grandissimo onore poter rappresentare gli
Stati Uniti all’estero. Ho costruito relazioni di amicizia durature, oltre
che forti partnership con i leader di molte nazioni presenti in questa
stanza, e il nostro approccio ha già prodotto cambiamenti incredibili.
Con il
supporto di molte delle nazioni qui presenti oggi, abbiamo iniziato un rapporto
diplomatico con la Corea del Nord per allontanarci dallo spettro del conflitto,
con una nuova e audace spinta verso la pace.
A giugno, sono andato a
Singapore per incontrare il leader Nord Coreano, il Presidente Kim Jong Un.
Abbiamo avuto
una serie di conversazioni e incontri molto produttivi e abbiamo concordato che
fosse nell’interesse di entrambi le regioni procedere alla denuclearizzazione
della penisola coreana. Da quell’incontro, abbiamo notato un numero molto
incoraggiante di misure intraprese, che pochi avrebbero immaginato possibili
solo poco tempo fa.
Missili e razzi non stanno
più volando in ogni direzione. I test nucleari si sono fermati. Alcune
strutture militari sono già state smantellate. I nostri ostaggi sono stati
rilasciati. E come promesso, i resti dei nostri eroi caduti sono stati
riportati a casa per riposare in pace sul suolo americano.
Voglio ringraziare il
Presidente Kim per il suo coraggio e per i passi che ha intrapreso, anche se
molto lavoro rimane ancora da fare. Le sanzioni rimarranno in vigore finché
non arriveremo alla completa denuclearizzazione.
Voglio inoltre ringraziare
molti degli stati membri che ci hanno aiutato a raggiungere questo momento- un
momento che è molto più grande di quanto le persone possano adesso immaginare-
ma anche per il supporto di cui avremo bisogno da qui in avanti.
Un ringraziamento speciale
al Presidente Moon della Corea del Sud, al Primo Ministro Abe del Giappone e al
Presidente Xi della Cina.
In Medio Oriente, il nostro
approccio sta ottenendo grandi risultati e cambiamenti storici.
In seguito al mio viaggio in
Arabia Saudita lo scorso anno, le nazioni del Golfo hanno aperto un nuovo
centro per smantellare i finanziamenti al terrorismo. Stanno creando nuove
sanzioni, lavorando con loro per identificare e tracciare la rete terroristica,
prendendo più responsabilità per combattere tutte le forme di terrorismo ed
estremismo nelle loro regioni.
Gli Emirati Arabi Uniti,
l’Arabia Saudita e il Qatar hanno stanziato miliardi di dollari per aiutare le
popolazioni di Siria e Yemen. E stanno seguendo tutte le strade possibili per
porre fine all’orribile guerra civile dello Yemen.
In ultimo, spetta alle
nazioni dell’area decidere quale tipo di futuro vogliono per se stesse e per la
loro popolazione.
Per questa ragione, gli
Stati Uniti stanno collaborando con il Consiglio di Cooperazione del Golfo, con
la Giordania e l’Egitto per creare un’alleanza strategica affinché le nazioni
del Medio Oriente possano ottenere prosperità, stabilità e sicurezza nelle loro
regioni.
Grazie alle forze armate
statunitensi e la nostra collaborazione con molte delle vostre nazioni, sono
lieto di riferire che gli spietati assassini conosciuti come ISIS sono stati
cacciati dai territori che controllavano in Siria ed Iraq.
Continueremo a
lavorare con gli amici e gli alleati per impedire che ogni forma di
finanziamento, supporto o territorio venga dato ai terrestri radicali islamici
o che possano in qualsiasi modo infiltrarsi all’interno dei nostri confini.
La tragedia che si sta
svolgendo in Siria è straziante. Il nostro obiettivo comune deve essere quello
di fermare il conflitto, insieme all’ottenimento di una soluzione politica che
possa accontentare i voleri del popolo siriano. A questo proposito,
sollecitiamo le nazioni affinché il supportino processo di pace guidato dalle
Nazioni Unite. Ma vi assicuriamo che gli Stati Uniti risponderanno qualora il
regime di Assad decidesse di utilizzare armi chimiche.
Chiedo alla popolazione
della Giordania e dei paesi vicini di dare asilo ai rifugiati che scappano da
questa brutale guerra civile.
Come abbiamo visto in
Giordania, la politica più compassionevole è quella di ospitare i rifugiati il
più vicino possibile alle loro case per facilitare la loro possibilità di far
parte del processo di ricostruzione. Questo approccio permette di utilizzare le
risorse per aiutare molte più persone, dando più valore a ogni singolo dollaro
speso.
Ogni soluzione alla crisi
umanitaria in Siria deve inoltre includere una strategia per contrastare ili
regime brutale che l’ha alimentata e finanziata: la dittatura corrotta in Iran.
I leader
iraniani hanno portato caos, morte e distruzione. Non hanno rispetto per le
nazioni che confinano con loro o per il diritto alla sovranità delle nazioni.
Al contrario, i leader iraniani hanno saccheggiato le risorse delle nazioni per
arricchirsi e per diffondere il caos in Medio Oriente e anche più lontano.
Il popolo iraniano è
giustamente indignato per il fatto che i suoi leader abbiano sottratto miliardi
di dollari alle casse dell’Iran, ipotecato porzioni significative
dell’economia, saccheggiato i beni religiosi della popolazione, il tutto per
riempirsi le tasche e mandare i loro rappresentanti a fare la guerra. Non va
bene.
I paesi confinanti dell’Iran
hanno pagato un prezzo pesante per la politica di aggressione ed espansione del
regime. Ed ecco perché molte regioni del Medio Oriente supportano la mia
decisione di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano del 2015 e
reintrodurre le sanzioni nucleari.
L’accordo con l’Iran è stato
una manna per i suoi leader. Negli anni trascorsi dal raggiungimento
dell’accordo, il budget militare iraniano è cresciuto di circa il 40%. La
dittatura ha utilizzato i fondi per sovvenzionare missili nucleari.
Aumentare la repressione interna, finanziar il terrorismo e finanziare il caos
e i massacri in Siria e Yemen.
Gli Stati Uniti hanno
lanciato una campagna di pressione economica per impedire al regime di
continuare nel suo massacro. Lo scorso mese, abbiamo ricominciato ad imporre
pesanti sanzioni nucleari che erano state abbandonate dopo l’accordo con
l’Iran. Altre verranno imposte il 5 novembre e
altre seguiranno. E stiamo lavorando con le nazioni che importano il petrolio
grezzo dall’Iran per diminuire sostanzialmente i loro acquisti.
Non possiamo permettere che
il maggior sponsor mondiale del terrorismo possegga anche le armi più
pericolose sulla faccia della terra. Non possiamo permettere che un regime che
intona “Morte all’America” e che minaccia la distruzione di Israele possa avere
l’opportunità e i mezzi di portare un conflitto nucleare nel mondo. Non posso
proprio farlo.
Chiediamo a
tutte le nazioni di isolare il regime iraniano finché continuano le
aggressioni. E chiediamo a tutte le nazioni di supportare la popolazione
iraniana mentre lotta per reclamare il loro destino e le loro credenze religiose.
Quest’anno, compiamo anche
un ulteriore passo verso il Medio Oriente. Come riconoscimento necessario del
diritto di ogni stato di determinare la propria capitale, ho spostato
l’ambasciata statunitense a Gerusalemme.
Gli Stati Uniti si impegnano
per raggiungere un futuro di pace e stabilità nella regione, inclusa la pace
tra Israeliani e Palestinesi. L’intento è quello di andare avanti, non
danneggiare, riconoscendo la realtà dei fatti.
La politica americana del
realismo significa che non saremo più tenuti in ostaggio da vecchi dogmi,
ideologie screditate e cosiddetti esperti che sono stati smentiti più volte nel
corso degli anni. Questo non solo per ottenere la pace ma anche la prosperità.
Crediamo che
l’accordo sia giusto. Reciproco. Gli Stati Uniti non sanno più presi in giro.
Per decenni, gli Stati Uniti
hanno aperto la loro economia – la più grande fino ad ora sulla Terra- a poche
condizioni. Abbiamo permesso alle merci di tutto il mondo di raggiungere gli
Stati Uniti gratis.
Eppure, le
altre nazioni non ci hanno permesso di esportare i nostri prodotti nei loro
territori. Ancora peggio, alcuni paesi hanno abusato delle loro possibilità per
importare i loro prodotti, sovvenzionare le loro merci, prender di mira le
nostre aziende e manipolare le loro monete per ottenere vantaggi sleali nei
confronti della nostra nazione. Come risultato, il nostro deficit commerciale è
salito a circa 800 miliardi di dollari l’anno.
Per questa ragione, stiamo
sistematicamente rinegoziando gli accordi commerciali che non ci soddisfano. Lo
scorso mese abbiamo annunciato un fantastico accordo commerciale tra Stati
Uniti e Messico. E solo ieri, abbiamo completato l’accordo commerciale tra Stati
Uniti e la Corea, insieme al presidente Moon. E questo è solo l’inizio.
Molte nazioni in questa sala
possono concordare che il sistema finanziario mondiale necessita di un
cambiamento. Ad esempio, alcune nazioni sono state ammesse alla World Trade Organization
pur violando ogni singolo principio su cui si basa l’’organizzazione.
Mentre gli Stati Uniti, e tante altre nazioni come loro, giocano secondo le
regole, questi paesi usano la pianificazione industriale gestita dal governo e
le imprese di proprietà statale per volgere il sistema a loro favore. Compiono
azioni di dumping dei loro prodotti, trasferimento forzato della tecnologia e
il plagio della proprietà intellettuale.
Gli Stati
Uniti hanno perso circa 3 milioni di lavori manifatturieri, circa un quarto di
quelli riguardanti l’acciaio, e circa 60’000 industrie hanno seguito la Cina
nell’unirsi al WTO. E abbiamo accumulato 13 mila miliardi di dollari di deficit
commerciali negli ultimi due decenni.
Ma quei giorni sono finiti.
Non tollereremo più questi abusi. Non permetteremo che i nostri lavoratori
diventino vittime, che le nostre compagnie vengano imbrogliate, e che la nostra
ricchezza venga trasferita. l’America non si scuserà mai per proteggere i suoi
cittadini.
Gli Stati hanno appena
annunciato tariffe per altri 200 miliardi di dollari di beni prodotti in Cina
per un totale, ad oggi, di 250 miliardi. Provo un
grande affetto e rispetto per il mio amico, il Presidente XI, ma ho chiarito
che il nostro accordo commerciale non è equo. La distorsione operata dal
mercato cinese e il modo in cui commerciano non è accettabile.
Come la mia amministrazione
ha dimostrato, l’America agirà sempre negli interessi della propria nazione.
Ho parlato di fronte a
questa Assemblea lo scorso anno e ho avvisato tutti che il Consiglio dei
Diritti Umani è diventato fonte di grande imbarazzo per questa istituzione,
coprendo l’operato di molte nazioni che violano i diritti umani, mentre
colpisce l’America e i suoi amici.
La nostra ambasciatrice alle
Nazioni Unite, Nikki Haley, ha definito un programma chiaro di riforme e nonostante le segnalazioni e i ripetuti avvertimenti,
nessuna azione è stata intrapresa.
Dunque gli Stati Uniti hanno
intrapreso l’unica strada possibile: ci siamo ritirati dal Consiglio dei
Diritti Umani, e non ci ritorneremo finché non avviene una vera. Propria
riforma.
Per ragioni simili, gli
Stati Uniti non supporteremo più la Corte Penale Internazionale. Per quanto
riguarda l’America, l’ICC non ha giurisdizione, legittimità e autorità. L’ICC
rivendica la quasi universale giurisdizione sui cittadini di tutte le nazioni,
violando tutti i principi di giustizia, eguaglianza e giusto agire. Non consegneremo mai la sovranità dell’America a una
burocrazia non eletta, globale e irresponsabile.
L’America è
governata dagli Americani. Noi respingiamo l’idea di globalismo e abbracciamo
la dottrina del patriottismo.
In tutto il mondo, le
nazioni devono difendersi contro gli attacchi alla propria sovranità non
solo da parte dell’autorità sovranazionale, ma a che contro tutte le nuove
forme di coercizione e dominazione.
In America, crediamo davvero
alla sicurezza energetica per noi e per i nostri alleati. Siamo diventati i
produttori di energia più grandi sulla faccia della terra.
Gli Stati Uniti sono pronti
ad esportare le nostre scorte abbondanti e a buon prezzo di petrolio, carbone e
gas naturale.
L’OPEC e le
nazioni che ne fanno parte stanno, come al solito, spennando il resto del mondo
e non mi piace. Nessuno dovrebbe. Difendiamo molte di queste nazioni e
queste nazioni ne approfittando imponendoci prezzi molto alti per il petrolio.
Non va bene.
Voglio che queste nazioni
smettano di aumentare i prezzi, vogliamo che iniziano ad abbassarli e da ora in
avanti devono iniziare a contribuire seriamente alla protezione militare. Non
possiamo tollerare questi terribili prezzi ancora per molto.
Basarsi sulle forniture di
un singolo fornitore può lasciare la nazione vittima di estorsioni e
intimidazioni. Per questo ci congratuliamo con gli Stati Europei, come la
Polonia, per la costruzione di un sistema di conduttore nel Baltico, cosi che
le nazioni non siano più dipendenti dalle forniture russe. La Germania
diventerà totalmente dipendente della Russia se non cambierà presto rotta.
Qui
nell’emisfero occidentale, ci impegniamo a mantenere la nostra indipendenza
dall’invasione delle potenze straniere espansioniste.
È stata la politica
nazionale adottata sin dai tempi del presidente Monroe, che ci permette di
respingere le interferenze delle nazioni straniere in questo emisfero e nei
nostri affari. Gli Stati Uniti hanno recentemente rafforzato le proprie leggi
per individuare e analizzare al meglio gli investimenti stranieri in cerca di
minacce alla sicurezza nazionale, e accogliamo positivamente la collaborazione
con le nazioni che desiderano fare lo stesso nel proprio territorio. Dovete
farlo per il vostro stesso bene.
Gli Stati Uniti stanno
inoltre lavorando con i propri alleati in America Latina per controllare le minacce alla sovranità derivanti dall’immigrazione
incontrollata. La tolleranza verso le difficoltà del genere umano e il
traffico di essere umani non è umano. È qualcosa di terribile quello che sta
succedendo ad un livello che nessuno ha mai visto. È molto crudele.
L’immigrazione illegale
finanzia le reti criminali, le gang spietate e i flusso di droghe illegali.
L’immigrazione illegale colpisce la parte della popolazione più vulnerabile,
colpisce i cittadini lavoratori, ed ha creato un circolo vizioso di crimine,
violenza e povertà. Solo mantenendo i confini nazionali, smantellando le gang
criminali, possiamo rompere questo circolo e creare i presupposti per una vera
prosperità.
Riconosciamo il diritto di
ogni nazione in questa sala di creare le proprie politiche di immigrazione in
accordo con i propri interessi nazionali, così come chiediamo in cambio che
venga rispettato il nostro diritto a fare lo stesso- cosa che stiamo facendo.
Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti non prenderanno parte al nuovo
Global Compact on Migration. L’immigrazione non deve essere regolata da un
istituto internazionale che non tiene conto degli interessi dei nostri
cittadini.
In definitiva, La sola
soluzione possibile per porre fine alla crisi sui migranti è aiutare le persone
a creare futuri migliori nei loro paesi. Rendere le loro nazioni grandi di nuovo.
Attualmente, stiamo
assistendo a una tragedia umanitaria, come ad esempio, in Venezuela. Più di 2
milioni di persone sono scappate dall’oppressione inflitta dal regime
socialista di Maduro e dai suoi sponsor cubani.
Non molto tempo fa, il
Venezuela era una della nazioni più ricche sul pianeta. Oggi, il socialismo ha
mandato in bancarotta questa nazione ricca di petrolio e portato la sua
popolazione a una desolante povertà.
Virtualmente ovunque, il
socialismo o il comunismo hanno tentato di governare, ma hanno prodotto
sofferenza, corruzione e decadimento. La sete di potere del
socialismo ha portato all’espansionismo, all’incursione e all’oppressione.
Tutte le nazioni del mondo dovrebbero contrastare il socialismo e la miseria
che provoca a chiunque.
In questo spirito, chiediamo
a tutte le nazioni qui presenti di unirsi alla nostra chiamata per ripristinare
la democrazia in Venezuela. Oggi, annunciamo ulteriori sanzioni contro il
regime repressivo, e nel nostro mirino abbiamo il circolo di Maduro e suoi più
vicini consiglieri.
Siamo grati per tutto il
lavoro che le Nazioni Unite compiono in tutto il mondo, permettendo alle
persone di costruire un futuro miglior per se stessi e per le loro famiglie.
Gli Stati Uniti sono i più
grandi esportatori di aiuti internazionali nel mondo, al momento. Ma pochi ci danno qualcosa in cambio. Per questo
stiamo valutando attentamente tutti gli aiuti esteri dell’America. Questa parte
verrà seguita dal Segretario di Stato Mike Pompeo. Esamineremo ciò che funziona
e ciò che non funziona e se le nazioni che ricevono i nostri dollari e la
nostra protezione hanno a cuore i nostri interessi.
Dunque, forniremo aiuto a
chi ci rispetta ed è sinceramente un nostro amico. E ci aspettiamo che le altre
nazioni paghino la loro parte per il costo delle proprie difese militari.
Gli Stati Uniti si impegnano
a render l’operato delle Nazioni Unite più effettivo e importante. Molte volte
ho detto che il potenziale della Nazioni Unite è illimitato. Come parte della
nostra politica di riforme, ho informato i nostri negoziatori che gli Stati
Uniti pagheranno non più del 25% del costo totale del budget per il
mantenimento della pace delle Nazioni Unite. Questo incoraggerà altre nazioni a
farsi avanti, essere coinvolte e a condividere questo fardello.
E stiamo lavorando per
spostare il grosso dei nostri fondi da contributi dovuti a volontari cosicché
possiamo indirizzare le risorse americane ai programmi con maggiori possibilità
di successo.
Solo quando
ognuno di noi farà al sua parte e contribuirà, potremo realizzare le più alte
aspirazioni delle Nazioni Unite. Dobbiamo perseguire la pace senza paura, la
speranza senza disperazione e la sicurezza senza le scuse.
Guardo intorno in questa
sala da cui traspare coì tanta storia, e ripenso a tutti coloro prima di noi
che sono arrivati qui per riportare le sfide delle loro nazioni e dei loro
tempi. E i nostri pensieri volgono alle domande che hanno trovato posto nei
loro discorsi e nelle loro risoluzioni, attraverso ogni parola e ogni speranza.
Si tratta di capire quale tipo di mondo lasceremo ai nostri figli e quale tipo
di nazione erediteranno.
I sogni che riempiono questa
stanza oggi sono diversi come diverse sono le persone che si sono succedute su
questo palco, e tanto quanto sono diverse le nazioni rappresentate in questo
stesso posto. È davvero una storia magnifica.
C’è l’India, una società
libera di oltre un miliardo di persone, che sta riuscendo a portare milioni di
persone fuori dalla fascia di povertà e dentro la classe media.
C’è l’Arabia Saudita. Dove
il Re Salman e i principe Ereditario stanno varando nuove e audaci riforme.
C’è Israele, che celebra i
70 anni di una fiorente democrazia in Terra Santa.
In Polonia, un grande popolo
si sta facendo avanti per la sua indipendenza, la sua sicurezza e il suo
diritto alla sovranità.
Molte nazioni stanno
perseguendo le loro visioni individuali, costruendosi un loro futuro pieno di
speranza, e inseguendo i loro sogni riguardo al destino, al futuro e alla loro
casa.
L’intero mondo è più ricco,
l’umanità è migliore grazie a questa meravigliosa costellazione di nazioni,
ognuna delle quali è speciale, unica e splendente nella sua parte di mondo.
In ognuna di queste, vediamo
bellissime promesse di popoli legati da una passato comune e rivolte verso un
unico futuro.
Come americani sappiamo che
tipo di futuro vogliamo, sappiamo che tipo di nazione l’America deve essere.
In America, crediamo nella
maestosità della libertà e nella dignità dell’individuo. Crediamo nel
autogoverno e nel ruolo della legge. E celebriamo la cultura che celebra la
nostra libertà- una cultura fondata su solidi legami familiari, profonda
fiducia e una forte indipendenza. Celebriamo i nostri eroi, custodiamo le
nostre tradizioni e più di ogni altra cosa amiamo la nostra nazione.
Dentro ognuno
di noi in questa grande sala oggi, e dentro tutti coloro che ci ascoltano nel
mondo, c’è un cuore patriottico che prova lo stesso intenso amore per la
propria nazione, la stessa profonda lealtà verso la propria madrepatria.
La passione che brucia nei
nostri cuori di patrioti e le anime delle nazioni hanno inspirato riforme e
rivoluzioni, sacrificio e altruismo, rivoluzioni scientifiche e splendidi
capolavori artistici.
Il nostro compito non è
quello di cancellare ma di abbracciare. Di costruire insieme. Di attingere
dalla sua stessa antica saggezza. E di trovare la volontà di rendere le nostre
nazioni grandi, le nostre regioni più sicure e il mondo migliore.
Per liberare questo enorme
potenziale nelle nostre genti, dobbiamo proteggere le fondamenta che rendono
tutto ciò possibile. La nazioni sovrane e indipendenti sono l’unico mezzo
attraverso il quale la libertà è sopravvissuta, la democrazia durata e la pace
prosperata. E dunque dobbiamo proteggere la nostra sovranità e acclamare la
nostra indipendenza più di ogni altra cosa.
Quando lo faremo, troveremo
nuove strade di cooperazione ad attenderci. Troveremo in noi una nuova passione
per gli strumenti di pace. Troveremo nuovi scopi, nuove soluzioni e un nuovo
spirito fiorirà intorno a noi, rendendo questo mondo un posto migliore dove
vivere.
Insieme, scegliamo un futuro
di patriottismo, prosperità e orgoglio. Scegliamo la pace e la libertà al posto
della dominazione della paura. E permettiamoci di venire qua per combatte per i
diritti delle nostre genti e delle loro nazioni. Sempre forti, sempre sovrani,
sempre giusti e sempre grati per la grazia, la bontà divina e la gloria di Dio.
Grazie. Dio vi benedica. E
Dio benedica le nazioni del mondo.
Grazie mille. Grazie.”
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