
I misteri del lago
maggiore:
I servizi occidentali
preparavano una provocazione contro la Russia?
Di Cesare Sacchetti
C’erano
tutti gli ingredienti ideali per pensare che si trattasse del classico romanzo
giallo partorito dalla penna di Agatha Christie.
Alcuni
amici che si riuniscono per una gita sul lago per godersi il sole della tarda
primavera e festeggiare il compleanno di uno di loro a bordo di una barca.
Sullo
sfondo gli ameni e apparentemente placidi paesaggi del lago Maggiore, una
località al confine tra la Lombardia e il Canton Ticino, la regione della
Svizzera italiana.
E
invece sotto la facciata della innocua festicciola in barca, si nascondono
delle trame di spionaggio internazionale.
La
versione che è stata fornita dai media mainstream racconta di una improvvisa
tromba d’aria che avrebbe provocato il naufragio della barca in
questione, chiamata “Goduria”.
Su
quella barca c’era una vera e propria adunata di agenti di servizi di
differenti Paesi come si vedrà a breve.
La
storia però della tromba d’aria presenta non poche incongruenze e sembra
contraddire anche la versione di alcuni che vivono sul posto e che affermano
che il maltempo non era così forte da portare addirittura ad un naufragio
dell’imbarcazione.
Altri
ancora affermano che per far sì che una barca si rovesci in quel modo debbano
esserci delle condizioni precise e non soltanto del “forte vento” come
riportano altre versioni contrastanti fornite dalla stampa.
Allora
ci si chiede che cosa è accaduto veramente la domenica passata sul Lago
Maggiore?
Sulla
barca c’erano almeno 20 uomini di membri
dell’intelligence di diversi Paesi.
Non
solamente uomini dell’AISE e del Mossad come hanno affermato i media. Alcune
fonti istituzionali hanno fornito a questo blog una ricostruzione molto diversa
da quella narrata dagli altri organi di informazione. A bordo c’erano anche
agenti dei servizi britannici del MI6 assieme ad almeno un elemento
dell’apparato di intelligence della NATO.
Su
quella barca c’era un vero e proprio vertice di spie che si era radunato per
concepire una operazione congiunta.
Non
un summit per “spiare” degli oligarchi russi che vivrebbero nella zona di
Verbania come hanno sostenuto gli stessi organi di informazione italiani e
occidentali non nuovi all’arte del depistaggio.
Lo
scopo della riunione sarebbe stato quello di pianificare una provocazione nella
regione del Kosovo, territorio strappato alla Serbia per espressa volontà della
NATO nel 2008, e avviare così una nuova escalation nei Balcani.
Il
vertice nasce dalla presa d’atto che la situazione in Ucraina per l’alleanza
atlantica appare ormai ampiamente compromessa.
La
conquista di Artemovsk ha rappresentato una durissima sconfitta per le forze
armate ucraine che stando alle stime fornite dal gruppo Wagner si sarebbero letteralmente dissanguate perdendo
70mila uomini nel disperato tentativo di difendere un villaggio
strategico per la posizione e il controllo dell’Ucraina Orientale.
Sono
le stime che non vengono riportate mai dai media Occidentali che hanno il
compito preciso di suonare la grancassa dei successi “ucraini” nonostante sul
campo risulti esserci solamente il disastro dei nazisti di Kiev.
A
questo poi si aggiunga un’altra notizia completamente oscurata dagli stessi
media che riguarda la distruzione di un quartier generale della
intelligence militare ucraina nella quale risultavano presenti
anche diversi elementi della NATO fatti prontamente evacuare a Berlino.
La
situazione per la NATO appare dunque realmente drammatica. Le sorti del regime
di Zelensky sembrano segnate e il suo definitivo crollo appare a questo punto
soltanto essere una questione che riguarda non il se ma il quando.
Su
alcuni canali russi iniziano già a circolare video nei quali i soldati ucraini
di alcune divisioni si rifiutano di eseguire gli ordini e iniziano, al tempo
stesso, a prendere in
considerazione l’ipotesi di rovesciare Zelensky.
E
questo scenario di completa disfatta dell’alleanza atlantica in Ucraina sembra
essere direttamente legato alla storia del lago Maggiore.
Per
poter tentate di aprire un nuovo fronte, la NATO, assieme agli apparati dei
servizi dei vari Paesi citati poco fa, avrebbe deciso di eseguire in Kosovo
quella che viene chiamata nel gergo del mondo dell’intelligence come “false
flag”, che in italiano significa “falsa bandiera”.
Attraverso
questo tipo di operazioni si attuano attentati e provocazioni di vario tipo per
poter poi accusare l’avversario prescelto di aver commesso lui quanto invece
architettato dai servizi rivali.
Nei
giorni scorsi, si è già assistito ad un primo tentativo di provocare la
popolazione serba che vive nella regione.
I serbi si sono radunati nei giorni
scorsi per protestare contro dei sindaci appartenenti alla
minoranza etnica albanese. Sindaci che sono stati eletti in delle consultazioni
boicottate dalla popolazione serba portando così l’affluenza ad un microscopico
3,5%.
I
serbi chiedevano la rimozione di tali sindaci da essere sostituiti con degli
ufficiali governativi inviati invece da Belgrado.
Le
forze della NATO che si trovano nell’area hanno iniziato a tirare gas lacrimogeni
contro la folla nonostante i manifestanti serbi non avessero aggredito in
nessun modo le forze di sicurezza atlantiche.
Il
Kosovo è una zona laddove la presenza militare italiana è piuttosto alta. Sono
almeno 852 i militari italiani che partecipano alla Kfor, acronimo che identica la
Kosovo force, il contingente militare della NATO che opera sul
posto.
E il comando della Kfor è
affidato al generale Figliuolo, un uomo che è passato agli “onori”
delle cronache per il suo ruolo durante la farsa pandemica.
Durante
il triennio precedente, Figliuolo rivestì un ruolo chiave sia nella macabra
sfilata di bare a Bergamo, messinscena sulla quale la ineffabile magistratura
non ha ancora fatto luce, sia per ciò che riguarda la distribuzione dei sieri
COVID che stanno provocando un altissimo numero di effetti collaterali.
Figliuolo
dunque è un uomo chiave dello stato profondo italiano e occupa un ruolo
altrettanto strategico in Kosovo.
La Russia avrebbe scoperto e sabotato il piano
E
l’Italia sembra essere stata scelta ancora una volta, suo malgrado, per tessere
la trama di un nuovo piano contro Mosca.
Ciò
che raccontano le fonti istituzionali citate in precedenza è che in realtà non
sarebbe stata una tromba d’aria sul Lago Maggiore a causare il naufragio della
“Goduria”.
Secondo
questa versione dei fatti, gli uomini del servizio segreto russo, l’FSB,
avrebbero scoperto la trama che stava tessendo la NATO e avrebbero di
conseguenza deciso di intervenire e affondare, è proprio il caso di dirlo, il
vertice dei servizi segreti Occidentali sul Lago Maggiore.
A
fare cappottare la barca sarebbe stato quindi un intervento dei russi che
avrebbero speronato il “Goduria” con un’altra imbarcazione e provocato il suo
rovesciamento.
Il
resto è cronaca già nota. Ad aver perso la vita sono gli agenti dell’AISE,
Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, rispettivamente di 53 e 62 anni, la moglie
russa dello skipper Claudio Carminati, Anna Bozhkova, assieme all’agente del
Mossad, Erez Shimoni, le cui esequie sono state già celebrate in Israele nei
giorni scorsi e dove si è persino presentato il
capo del Mossad, David Barnea, a rendergli omaggio.
Italia: da Paese filo-arabo a base del Mossad
Shimoni
sembrava avere infatti un ruolo non di poco conto nei servizi segreti
israeliani che hanno deciso di eleggere l’Italia come base “privilegiata” delle
loro operazioni.
Nella
zona del lago Maggiore non c’è mai stato un afflusso di israeliani così alto
come risulta esserci da due anni a questa parte.
Sono
diversi i cittadini dello stato ebraico che si stanno trasferendo in quella
zona ed è difficile pensare ad una improvvisa infatuazione di questi per le
colline che circondano il lago.
Il
lago Maggiore è stato scelto come una centrale di spionaggio internazionale per
condurre determinate operazioni ovviamente con il placet di palazzo Chigi che
dal crollo della Prima Repubblica si ritrova ad essere un luogo la cui politica
è stata indirizzata certamente da Washington ma ancora di più da Israele.
È
Israele e la sua potente lobby a determinare la politica estera dell’Italia e
dei Paesi dell’Europa Occidentale, e ciò spiega perché ogni singolo candidato
premier abbia dovuto esercitare un voto di obbedienza allo stato di Israele per
poter sedere sulla poltrona del capo del Governo.
Il
caso dell’attuale premier Giorgia Meloni che prima di essere eletta rinnova la sua fedeltà a Israele è
solamente l’ultimo di una interminabile serie di baci della pantofola
israeliana.
E
ciò, come si accennava sopra, è la diretta conseguenza dello strappo che si
consumò 30 anni prima quando l’Italia, tradizionalmente filo-araba ed erede della politica estera di
Aldo Moro, si ritrovò a diventare uno dei Paesi più ferocemente e
scompostamente allineati alla causa sionista.
Le
chiavi della politica estera di Roma non sono a Roma. Sono a Tel Aviv.
Ciò
spiega anche un’altra incredibile circostanza. Non appena si è consumato
l’incidente del Lago Maggiore, gli israeliani hanno mandato un loro aereo
speciale, il Bombardier executive, per far rimpatriare in tutta fretta gli
altri agenti del Mossad a bordo della barca.
Ciò
non ha sollevato la minima protesta da parte della magistratura del posto
incaricata di condurre le indagini né tantomeno della sua espressione di
autogoverno, il CSM.
Si
è consentito ad agenti dei servizi di uno stato straniero di poter fare ciò che
più gli piaceva sul territorio nazionale, e non si sono nemmeno raccolte le
deposizioni di persone che sono comunque coinvolte in una strage che ha portato
alla morte di quattro persone.
Tutto
tace, ma se la versione che è stata fornita sopra è corretta, da Mosca è
arrivato un messaggio molto potente e molto chiaro.
“Sappiamo
ciò che fate e possiamo fermarvi come e quando vogliamo”. Dalle nebbie dei
misteri avvolgono il Lago Maggiore sembra intravedersi una chiara evidenza.
L’atlantismo
e i governi che da esso dipendono escono ancora più indeboliti di quanto già
non lo sembrassero in precedenza.
La
Russia si erge come la protagonista che non sta solo vincendo la guerra
militare sul campo. Sta anche vincendo l’altra guerra che si combatte dietro le
quinte. Quella dello spionaggio. Quella dove si determinano i futuri assetti
internazionali e laddove i nuovi equilibri il vecchio impero unipolare
atlantico stanno scomparendo per lasciare il posto ad una nuova realtà.
Quella
del mondo multipolare e della difesa della sovranità degli Stati nazionali.
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